Come creare fotomontaggio maglia calcio

È setosa, ricca di sfumature, ha lo stemma della squadra al centro del petto e profuma di calcio delle origini. Il 4 dicembre 1926, in applicazione delle cosiddette leggi eccezionali «fascistissime», Pertini, definito «un avversario irriducibile dell’attuale Regime», venne assegnato dalla Commissione provinciale di Genova al confino di polizia per cinque anni, il massimo della pena previsto dalla legge. I primi anni 2000 tornarono a regalarci un Liverpool vincente ma le basi vennero poste già nella seconda metà dei ’90, con maglie rimaste memorabili (realizzate da Reebok) sia per il main sponsor Carlsberg che per il tipico colletto bianco. Succede spesso che un club veda il proprio periodo di gloria racchiuso in un breve lasso di tempo e il caso del Parma, in questo senso, appare emblematico: la seconda metà degli anni ’90 vide il club emiliano rendersi protagonista di pagine sorprendenti di calcio, in Italia come all’estero, con giocatori di primo piano e con una divisa in particolare rimasta nella storia. Negli ultimi anni, c’è stata una maggiore attenzione ai giovani talenti provenienti da campionati minori o all’estero, piuttosto che investire esclusivamente su nomi già affermati. Appuntamento storico per il calcio giapponese, la prima partecipazione al Mondiale in un momento che vedeva imporsi talenti nipponici anche in campionati importanti (basti pensare al seguito di Nakata in Italia).

L’aeroporto nasce negli anni venti con la costruzione di una pista militare (per anni è stato operativo a Brindisi il 32º Stormo ed il Centro di soccorso e recupero in mare «S.A.R.»)e viene intitolato ad Orazio Pierozzi, aviatore della prima guerra mondiale. La maglia che accompagnò il Valencia di Cuper in finale di Champions si caratterizza per il colletto nero a polo e per la presenza dell’arancione nei dettagli, colore presente nella storia del Valencia fin dagli anni ’70. Il Manchester United stellare nato negli anni ’90 è rimasto nella storia per la guida di Ferguson e per i campioni che formavano uno zoccolo duro difficile da replicare, al contempo si citano anche le divise Umbro: la home troverà spazio più avanti, la away usata dal ’93 al ’95 era altrettanto meritevole di sottolineatura, con un felice abbinamento tra nero e oro. Oggi pesanti magli hanno sostituito l’opera di decine di braccianti (cazzafricciu) che negli anni cinquanta, seduti su cumuli di grosse pietre le spaccavano per produrre il friccio o la breccia con la forza delle braccia sollevando ed abbassando per dodici ore al giorno pesanti mazze del peso di oltre cinque chili.

Diventa complesso scoprire dettami predefiniti, immaginare regole o abbinamenti cromatici che funzionino in sé: la reale forza di una maglia – al presente ma ancor più in una prospettiva dilatata – risiede nella sua forza evocativa, nell’insieme di associazioni d’idee scaturite, dai volti e dalle giocate di un campione che si fondono – appunto – con una certa divisa. Volti e nomi in grado di elevare in sé il valore di una maglia e di amplificarne l’eco: è il caso, ovviamente, anche di Pelé e della sua avventura negli Stati Uniti. Maglia dal sapore nostalgico per i tifosi dei Verdi (quella del penultimo titolo vinto) ma perfetta nell’accostamento tra il verde e i colori della bandiera francese sul colletto. BAYERN MONACO (trasferta) – ufficiale – Novità assoluta nella storia dei bavaresi: la seconda maglia disegnata da Adidas si presenta in nero con richiami viola e verdi. Fin dall’inizio della propria gloriosa storia il Flamengo è stato caratterizzato dal rosso e dal nero a bande orizzontali (al di là di rarissime eccezioni).

Al di là dei grandi risultati sul campo si sottolinea la maglia home di quella stagione, con la classica suddivisione tra bianco e blu (a sinistra e a destra) e con l’efficace inserimento di dettagli in rosso. Spesso indicata come una delle maglie più belle del mondo, al di là di un anno specifico di riferimento, diventa evidente che la Samp scudettata di Vialli e Mancini rappresenti un pezzo di storia e ci permetta al meglio di apprezzare anche quell’abbinamento cromatico così peculiare. Tra le tante maglie iconiche che hanno caratterizzato la storia giallorossa, insomma, maglie vintage calcio questa merita un posto d’onore. In questo caso la bellezza delle maglie non trova sponda nei risultati sportivi, ben lontani da quelli a cui ci siamo abituati dal 2010 in poi. L’estetica della maglia, già riuscita in sé, trova dunque un ulteriore motivo di attenzione nei risultati che accompagnò. La resa di una maglia si misura al presente ma anche nell’eco suscitato nei decenni successivi. Si tratta di fatto di una maglia che – con piccole variazioni – ha caratterizzato un intero decennio di storia bianconera.

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