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Tornando alle questioni calcistiche, il sodalizio neroverde si iscrisse nuovamente ai campionati federali FIGC, venendo ammesso direttamente in Seconda Divisione: rinominato Associazione Calcio Pordenone e ormai in piena orbita dell’Opera Nazionale Dopolavoro, nel 1931-1932 arrivò terzo nel girone unico della Venezia Giulia, venendo ammesso alle finali di categoria e quindi promosso in Prima Divisione. Il campionato lo vinsero i biancorossi della Sacilese che conquistarono la promozione in Seconda Divisione Lega Pro. Nel 1950-1951 i neroverdi sfiorarono la promozione di un soffio, classificandosi al secondo posto del proprio girone. La posizione in classifica finale permette alla squadra neroverde di accedere, per il secondo anno consecutivo, ai play-off promozione. Anno nuovo, look nuovi. A partire dal 1940, anno dell’insediamento ai vertici della famiglia Moccagatta, si sono succeduti ai vertici della società industriali più o meno connessi al tessuto imprenditoriale cittadino, maglie calcio personalizzabili le cui gestioni furono conformate in senso fortemente personalistico. 1936 – All’inizio della nuova stagione, la società attua una riorganizzazione, dove la squadra calcistica si separa dalla polisportiva e si reiscrive alla Prima Divisione come Gruppo Sportivo Imolese «Francesco Zardi». Gandino, per allestire una squadra in grado di rappresentare la città della Spezia nella Divisione Nazionale. Al termine del campionato Rachid Arma si rivelerà capocannoniere della squadra con 18 realizzazioni.

La «Lega» (termine indicante la prima divisione) rimase per diverso tempo ostile a tutte le promozioni automatiche dalle leghe minori, dette «non-Lega», che indicava le squadre di livello inferiore alla seconda divisione: con un voto tra i club professionisti si stabilì pertanto di creare dalla stagione 1920-1921 la terza divisione, che andava a contenere tutte le squadre semi-professionistiche. In quell’annata il SAFOP di Pordenone si laureò «Campione Giuliano di Prima Divisione». L’annata successiva, i neroverdi si piazzarono quattordicesimi e la formazione Juniores guidata da Giuseppe Romano divenne campione d’Italia della categoria semiprofessionisti. L’anno successivo (1951-1952), con una formazione notevolmente ringiovanita affidata al friulano Luigi Comuzzi coadiuvato per il settore giovanile da «Toni» Bertoli, il Pordenone si fece valere chiudendo al terzo posto, risultato che valse l’accesso alla neocostituita IV Serie. Il Pordenone era stato ammesso alla categoria superiore per ragioni di completamento organici, dopo aver vinto il girone C del Comitato Regionale Veneto-Trentino e giungendo terzo nel proprio girone di finale dei Comitati Lega Nord; subì esso stesso l’influsso del regime, che impose una denominazione sociale decisamente più «italiana»: Terza Coorte A. Salvato, 63ª Legione Tagliamento. L’anno successivo, nella stagione di Lega Pro 2016-2017, la squadra (alla cui guida c’è sempre Bruno Tedino) prosegue il buon andamento della stagione precedente, terminando al terzo posto nel girone B, preceduta da Venezia (promosso in serie B) e Parma.

La stagione 2018-2019 è quella della prima storica promozione in Serie B: sotto la guida del nuovo allenatore Attilio Tesser il Pordenone resta stabilmente al comando del girone B e il 28 aprile 2019, battendo per 3-1 la Giana Erminio e staccando così la Triestina di 5 punti a una giornata dal termine, conquista l’accesso alla seconda serie. Nei due anni successivi, con Giuseppe D’Antuono alla presidenza e nonostante la presenza in organico nella stagione 1989-1990 del fantasista ex-Inter Evaristo Beccalossi (fu contattato anche il fuoriclasse brasiliano Dirceu che però passò all’Ebolitana) retrocesse dall’Interregionale al campionato di Promozione (l’Eccellenza regionale fu introdotta a partire dalla stagione 1991/92) nel quale finì all’ultimo posto con una sola vittoria stagionale (in trasferta contro il San Sergio). Secondo nel suo girone, ottenne immediatamente la Promozione in Seconda Categoria ai play-off, ma durante l’estate 2009 fu acquisito il titolo sportivo di Promozione del Linguaglossa. E ciascuno di questi quarti era, come lo è oggi, almeno secondo la tradizione della toponomastica, ripartiti in piccoli locali di fondazione dei coloni provenienti dai castelli. Nel secondo dopoguerra vennero via via inserite categorizzazioni più precise, soprattutto per introdurre criteri di convocazione oggettivi e uguali per tutti, sia per via della progressiva istituzione di tornei giovanili sia per dare un quadro di riferimento chiaro al torneo olimpico di calcio: il regolamento del CIO prevedeva infatti che la partecipazione fosse riservata solo ad atleti il cui status era formalmente di dilettante.

In seguito ad un’ulteriore serie negativa verso la fine del campionato, la salvezza arriva per la Ternana solo nelle ultime due giornate (vittoria a casa del Modena e contro il già retrocesso Varese al Liberati), chiudendo tuttavia a metà classifica (12º posto). A suo avviso il nome deriverebbe dal toponimo di origine messapica e quindi illirica, mal, notevolmente diffuso in tutta l’area mediterranea (e non solo nel Salento). Così, a partire dal 1991, il modello destinato a sostituire la Kadett prese il nome di Astra, come la Kadett prodotte fino a quel momento a Luton. Tra il 1988 e il 1991, sotto la guida dell’allenatore Kenzo Yokoyama, le tenute di gioco erano rosse e bianche, coincidendo con i colori della bandiera giapponese. Per il forte sviluppo, Antonio Zanussi dovette trasferire in zona più periferica la sua «Officina Fumisteria» per la produzione di cucine economiche: sotto la guida dei figli Guido e Lino negli anni Sessanta le Industrie Zanussi sarebbero diventate leader italiano prima, ed europeo poi, nella produzione e vendita di elettrodomestici bianchi.

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